Il Paesaggio
Il Comune di Castel di Sasso si estende per circa 21 Kmq dalle pendici del Monte Maiulo (508 m. l/m) e Monte Caruso (592 m. l/m) fino alle rive del Fiume Volturno che si incunea con le sue anse nella parte pianeggiante del territorio ricca di colture rigogliose e frutteti. Il comune è situato nell'ambito della Comunità Montana del Monte Maggiore, dove sul lato nord-ovest il Monte Friento (770 m. l/m) lo separa dal comune di Pontelatone, a nord sta il comune di Liberi, a est i comuni di Alvignano e Caiazzo e a sud Piana di Monte Verna e Capua. Il suo territorio, ancora incontaminato, punteggiato da una moltitudine di borghi, casali e case sparse presenta caratteristiche di particolare pregio ambientale e naturalistico. Questa caratteristica di territorio acentrico, privo di un forte centro urbano capace di agire quale nucleo attrattore, se da un lato ha costituito un limite allo sviluppo economico del comune, dall'altro oggi rappresenta un elemento di ricchezza e di attrattiva anche turistica , per la salubrità e la tranquillità dei luoghi.
Il Comune di Castel di Sasso costituisce con i comuni di Formicola, Pontelatone e Liberi la "Baronia", un'area di grande pregio agricolo e di grande interesse archeologico. Quest'area infatti rappresenta il cuore del famoso vitigno "Casavecchia", da cui discende l'antico vino "Trebulano" ricordato da "Plinio". In particolare Castel di Sasso è sempre stata unanimemente ricordata come la sentinella dell'antica città osco romano di "Trebula Balinensis" , proprio a significarne la sua centralità rispetto all'intera area. La parte collinare del comune è ricca di essenze legnose del leccio, della quercia, del cerro, dell'acero, del carpino e altre, e un'area boscata di proprietà comunale, la "Defenza" che è abbastanza conosciuta per la diversità della flora ospitata e visitabile attraverso sentieri di incantevole bellezza naturalistica.
Il paesaggio si presenta molto variegato, con una parte sud sostanzialmente pianeggiante e ricca di coltivazioni e da una parte a nord collinare dominata dal pianoro roccioso di Sasso. Fino all'immediato dopoguerra la frazione di Sasso svolgeva un ruolo di centro - capoluogo intorno a cui gravitava gran parte della vita sociale della comunità locale. Questo ruolo con il tempo è stato assunto dalle frazioni pedemontane di San Marco e di Strangolagalli, attorno alle quali si sono concentrate le maggiori attività pubbliche (il campo sportivo, la casa comunale, la farmacia, l'ufficio postale, le scuole...). Ovviamente tale situazione è stata causata fondamentalmente dalla posizione meno favorevole dal punto di vista dell'accessibilità delle frazioni collinari, ma anche da altri fattori legati a fenomeni di emigrazione, d'invecchiamento della popolazione, alla crisi dell'economia agricola. Tuttavia proprio questo fenomeno di isolamento e dunque di minore attrattività , anche economica, ha finito per preservare le frazioni di Sasso, di Cisterna, di Prea e di Vallata da interventi incoerenti e dannosi per la salvaguardia dei valori culturali e ambientali, in un contesto storico culturale nel quale lo sviluppo era spesso sinonimo di distruzione dei valori ambientali e culturali preesistenti.
Negli ultimi anni lo sviluppo del turismo ambientale con il rinnovato interesse per le tradizioni e le culture cosiddette minori hanno rappresentato per i piccoli centri rurali di Castel di Sasso una nuova occasione di rinascita, dove l'attività agricola e l'artigianato acquistano una caratteristica più ampia, legandosi ad altre attività complementari che vanno dall'agriturismo alla promozione dei prodotti tipici locali.
La rivitalizzazione di queste frazioni, coniugando insieme sviluppo socio economico e salvaguardia dei valori culturali ed ambientali e la tutela attiva del patrimonio di storia e bellezze naturali sono diventati il motore per la rinascita e il rilancio dei piccoli borghi rurali.
Il territorio è investito a frutteti, colture da granella e foraggere nella parte pianeggiante, dove l'agricoltura assume ancora un carattere importante per l'economia rurale, con specializzazione particolare negli allevamenti bovini e bufalini, tanto da essere questa la culla della famosa mozzarella di bufala DOP "La Baronia", mentre nella parte alto collinare i terreni, per la loro particolare esposizione al sole, sono investiti in vigneti per la produzione del vino tipico IGT "Casavecchia" e ad uliveti per la produzione di olio d'oliva di particolare fragranza e leggerezza.
I terreni più impervi sono lasciati al pascolo delle pecore e delle capre che producono il latte destinato a divenire il famoso "Cacio Conciato".